Patrizi!. «321 si che moltissimi di que’ giovani escono dal fiollegio che sanno appena scrivere. E non sono false dicerie que’moltissimi aneddoti che corrono sulla crassa ignoranza di non pochi patrizii ber-nabotti, e degni di Arlecchino. Ninno osando di contrariarli ed avvertirli dei loro difetti, ciò vieppiù è cagione che non solo in questi si mantengano, ma cadano in maggiori. E dall’altra parte vogliono essere per assoluto infallibili, per quanto sia evidente il loro abbaglio, in modo tale che 1’ uomo di maggiori talenti, contrastando con essi, è certo di non essere rispettato. Mi sono un dì molto divertito osservando uno di questi patrizii, al quale venne in capo di onorar con sua presenza il gabinetto di un esimio scienziato. Il patrizio apparve in tutta gravità. Il suo volto era come in atto di nutrire profondissime e sublimi idee. Vi si notava una certa orgogliosa sprezzatura come se a quella alta mente fossero inezie le cose più astruse. Qui cominciò a girarsi intorno, e volendo almeno dar soddisfazione alla sua curiosità, ecco un brano del dialogo eh’ egli ebbe con quell’ uomo dotto. Patrizio: Cosa è quella roba?... ~ Quello, eccellenza, è un microscopio composto. — Sì, sì : è un microscopio composto... cioè non è semplice. So benissimo io cosa sono questi ordigni. Il microscopio composto; va bene. Ma a che si adopera? —; Ad ingrandire i piccoli oggetti... — Sì, si: ad ingrandire i piccoli oggetti. Già lo sapeva. In tali stromenti sono dottissimo. E questo si dice... si dice... ~ Il telescopio, che... — Ma se io già sapeva ch’era un telescopio! il quale... si... si... ~ Adopera ad avvicinare gli oggetti lontani. 42