Giovedì grasso. 229 beccai ed i fabbri sono considerate persone più esperte a riparare ai disordini, che talvolta colà potrebbono accadere. Taluno però crede dovuto tale uso, perchè nel nolo ratto delle giovani donzelle fatto da’triestini, i beccai ed i fabbri furono quelli che più valorosamente, oltre i così detti casselleri, si portarono nel ricupero delle rapite donzelle. Quello che vi ha di singolare in questo giorno del giovedì grasso, è il permesso a ciascuna persona di portar indosso qualunque arma da fuoco proibita ; e non fui capace di sapere a che fosse dovuto tanto privilegio. Nel dopo pranzo ad un poggiuolo, che guarda nel cortile del palazzo, sì mette il Doge. Il senato stadìsposto sulle altre finestre. La loggia interna del palazzo è ripiena di polite persone, che intervenirvi però non possono senza apposito permesso. Il porticato del cortile è chiuso da una gradinata di legno provvisoria, su cui sta assiso il basso popolo. Sì comincia una caccia di buoi legati. Poscia si lascia libero un giovane toro, ed ha grosso premio il padrone di quel cane, che primo gli morde un’ orecchia. Si taglia poscia il capo a tre buoi, ciascuno con un solo colpo. Talvolta si chiude la festa con la caccia di un grosso orso, che prima accoppa non pochi cani, e poi viene ucciso egli stesso con ¡spontoni. Questa festa è relativa al fatto seguente. Circa il UGO Lirico patriarca di Aquileia invase l’isola di Grado; ma i Veneziani Io sorpresero e Io fecero prigioniero con dodici canonici e varii nobili friulani, e ciò accadde nel dì ultimo di carnovale. 11 patriarca si liberò obbligandosi mandare al Doge ogni anno 12 porci e -12 pani da distribuirsi al popolo. Ciò fece originare la festa del giovedì grasso. 11 patriarca era però rappresentato da un orso ed i canonici dai maiali. In seguito per minorare il bordello e l’insolente allusione di tale festa si sostituirono ai maiali dei buoi. Poscia il Doge si reca sulla loggia del palazzo verso la piazzetta, e va a porsi fra le due colonnette rosse che