i8	SUI CAMTI VI'BATTAGLIA	18
acque scorrenti alla superficie od a poca profondità, coperta da una vegetazione fitta e rigogliosa, con frequenti filari di alberi, alte siepi, profondi fossi di scolo che la intersecano in ogni direzione, prati pingui, talvolta a fondo molle: un complesso, insomma, di ostacoli alla vista, al movimento, al tiro, da limitare l’azione delle truppe a massa, esposte a continue sorprese.
  È questa la zona ideale per il combattimento a nuclei, nel quale l’azione ardita di gruppi armati di mitragliatrici ha grandissima efficacia.
  Dalla predetta ferrovia al mare, si stende, infine, la breve zona paludosa, ove l’eccesso delle acque dolci e salmastre, confuse spesso insieme, ostacola in ogni modo le operazioni militari.
I	corsi d’acqua.
  I	corsi d’acqua che solcano la regione sono: il Sile, il Piave, il Monticano, il Mèschio e il Livenza.
  Tranne il Piave, che nasce nel cuore del sistema alpino, gli altri hanno corso breve, avendo il Sile origine dalle risorgive della pianura trevigiana, il Monticano dai colli subalpini, e gli altri due per risorgenza carsica ai margini della Prealpe.
   Differenti sono, per conseguenza, i caratteri di essi.
  II	Piave, infatti, sbocca dai monti in largo alveo tra terrazzi dell’alta pianura e con acque vaganti su greto più o meno ampio; poscia, nella bassa, scorre in alveo ristretto con le acque raccolte in un solo canale, scemate di volume e di velocità, ma più profonde; procede infine rotto in diramazioni, in gran parte corrette o scavate artificialmente, delle quali la più importante è la Piave Vecchia. Gli altri corsi d’acqua, tranne il Monticano, scorrono invece, dalla origine alla foce, tra basse sponde, con corrente profonda, priva di greti, di portata sempre maggiore, con lo scendere verso il mare.
II	Piave
  Il Piave nasce alle falde meridionali di Monte Peralba, in Comèlico. Dopo aver convogliato tutte le acque del vasto suo bacino mon-