Borsaiuoli. -155 egli soggiunse. Se poi me ne chiedete il vero motivo politico, pare che esso consista nel voler conservare nel popolaccio un’attività sagace ed ingegnosa. Saprete che pure il furto era lecito per lo stesso motivo fra gli antichi Spartani. Ma però tra noi questa tolleranza è secreta, ed è limitata ai piccoli furti di destrezza. Se qualche borsaiuolo viene colto al momento del suo delitto, tosto si castiga a norma di legge; ed ci ne deve incolpare la sola sua imperizia e poca cautela. La repubblica talvolta si servi utilmente di costoro in qualche circostanza premurosissima. E se io volessi, per esempio, l’orologio o la scatola di qualcheduno, o meglio il suo taccuino, potrei facilmente fra brevi giorni possederli. 11 nobile seguitò : sappiatene a prova che già alcuni anni un ragguardevole torinese venne a pranzare da me. Era egli uomo di molto spirito, ed aveva girato pressoché tutta 1’ Europa. Discorrendo meco de’suoi viaggi, dissenti con soddisfazione, che mai i borsaiuoli Io aveano derubato. Ilo sempre 1’ avvertenza, soggiungeva, se mi trovo a piedi in gran folla di popolo, di tenere le mani sovrapposte al borsellino dell’ orologio. Fui a Parigi, a ¡Madrid, a Napoli, nella qual ultima città si può dire che abbiavi la quintaessenza di simili mariuoli, ed andai sempre esente dai cattivi effetti della loro sorprendente e quasi magica destrezza. Si assicuri, gli risposi, che anco -a Venezia vi sono delle persone abilissime in questo mestiere, quanto in qualunque altro paese. Non le temo, disse il torinese. Sarei pronto a' fare scommessa che io partirò da Venezia senza avere per costoro menomamente sofferto. Mi puntiglio questa presunzione; ed essendo sul fine della tavola, in cui si vuotarono parecchie bottiglie, mi riscaldai alquanto. Ed io, gli risposi, scommetto pagarle do-