32 PIAZZA altri tempi in Venezia sono cosi disposti ; ma tale volontaria necessità guastò in non pochi quella collocazione, che poteva essere di molto migliore. Segur guidommi di nuovo in Piazzetta, e mi fece rimarcare il palazzo ducale. La porta maggiore chiamasi della Carta. Ed ancorché sembri a prima giunta bene applicato questo tìtolo ad una porta, che dà ingresso ad un palazzo,inciti trattansi pressoché tutti gli affari; pure, egli mi disse, è dovuto ad altra particolare ragione, vale a dire alla vendita della carta, che colà facevasi in antico a comodo dei palazzisti. Mirate, se volete ridere, quegli uomini seduti ad alcuni banchi, circondati da donne di basso rango e da contadini. Coloro sono colà tollerali a comodità della povera gente, che non sa scrivere. Non sono però privi di qualche conoscenza negli aifari legali. Se vedeste poi i loro scritti ! Sono capi di opera di lingua e di sintassi. Questa scala dicesi dei giganti a cagione delle due statue colossali di Nettuno e Marte, simboli del doppio potere di questa repubblica, poste nella sommità, lavoro del Sanso-vino. Non voglio che oggi la ascendiamo ; la vostra mente sarebbe offuscata per la successione rapida di troppe cose. In questa corte del palazzo vedete due pozzi, le cui verve di bronzo sono un lavoro molto apprezzato. Dissi allora a Segur : questo palagio è ancora da ultimarsi ; la facciata dalla parte della scala dei giganti e quella, che guarda il mezzodì, sono incrostate di marmi e terminate ; ma le altre due, cioè quella che mira il nord, e quella volta all’ est, non corrispondono alle due prime essendo ancora di mattoni cotti. Accagionatene due incendi!, che distrussero quelle due parli, mi rispose Segur. Questi incendii accaddero negli anni 1573 e 1577. Si deplora a loro cagione la perdita di preziosissime pitture. Prima di que’ disgraziati avvenimenti