Avvocati. 341 vevn anco aver assoggettata la sua istanza a quel tal altro tribunale, a cui spetta per una parola nelle scritture pria non rimarcata o per un documento trascurato. Questo errore si chiama in Venezia declinatoria di foro. Quindi pressoché vane le prime sentenze, e il litigio ripiglia più imbrogliato che mai. A Venezia vi sono degli avvocati di gran nome in diversi rami di giurisprudenza. Alcuni chiamatisi avvocati delle cause perdute, perchè astuti a trovar fuori nuovi ripieghi per far impazzire i vincitori e ridurli bene spesso perdenti. Si aggiunga infine che il perdere una causa, se al più è una macchia all’abilità dell’avvocato, non ha esso però, se anco questa causa è manifestamente ingiusta, a soffrire danno alcuno. Gli avvocati in Venezia stanno quasi tutti nelle contrade di San Benedetto, Sant’ Angelo, ec. Il loro studio è per Io più nel primo piano dell’abitazione. Gli avvocati celebri danno un’ ora, una mezz’ ora, e sino un solo quarto di ora. Un consulto di un’ora si paga bene spesso sei zecchini. È somma la imponenza e la gravità con cui questi superbi giureconsulti stanno seduti al loro scrittoio. Abituati i più celebri a vedere patrizi! distintissimi e quelli eh« occupano le prime cariche dello stato a portarsi umili ni loro mezzodì ed appoggiare ad essi caldamente la difesa dei pro-prii averi e sostanze contrastnte da altra famiglia patrizia, niente può dipingere il loro orgoglio e la importanza che danno alle loro menome parole. Già dal primo istante che cominciano a calcare la carriera forense, gli avvocati tutti si vestono di contegno dignitoso. La loro voce è sonora , di tuono imperante , e come sicura di tutto ciò che dice. Nel volto esprimono lo sprezzo il più vivo e pronto per tutto ciò che loro menomamente spiaccia. Soprattutto mostrano di prevedere e d’intendere a prima giunta l’affare più intricato. Spiegano poi una presunzione, se non intima, almeno ar-