172 Commedie a soggetto. Pantaleone deve recarsi fuori di città, e raccomanda ad Arlecchino suo domestico la sorveglianza di sua casa, e soprattutto la custodia della propria figlia; indi parie. Arlecchino gode moltissimo di questa lontananza, perchè desiderava possedere od adoperare una bella camiciuola di scarlatto del suo padrone, ed ora lo potrà finalmente senza che quell’avaro e sofistico vecchio se ne accorga. Passano parecchi giorni, nell’ ultimo dei quali il furbo Brighella fa fuggire dalla casa di Pantaleone la di lui figlia Rosaura, che va ad unirsi al giovane Fiorindo. Tutto ciò vien fatto senza che Arlecchino se ne accorga. Ecco Pantaleone di ritorno. Va in casa, non trova la li-glia, e n’ esce tutto smanioso. Brighella che da lontano lo seguiva e stavalo adocchiando, finge d’incontrarlo a caso. A costui tosto quell’ afflitto padre palesa la sua somma inquietudine. Brighella maliziosamente accusa Pantaleone di troppa fiducia per aver data la sua giovane e bella figlia in custodia ad Arlecchino, servo iniquo, scellerato e capace di tutto. Pantaleone diviene a queste parole furente. Brighella consiglialo di usar tutta la moderazione ed arte fina, perchè così potrà scoprire dal servo ove abbia celato la ragazza. Pantaleone promette di far così. L'avveduto Brighella parte. Esce Arlecchino. Pantaleone si sforza a simulare; ma accoglie quel servo con grandissima severità, e gli chiede tosto cosa abbia fatto dell’oggetto a lui più caro e sacro. Arlecchino crede che il padrone parlar voglia della camiciuola rossa da lui trafugata. Si confonde, si mostra incerto. Pantaleone minaccia di ucciderlo se 11011 palesa la verità. Arlecchino gli si getta a’piedi e domanda perdono. Confessa, che appena partito il padrone, guardò pel buco della chiave della di lui stanza, e che vide l'oggetto eh’ egli tanto bramava disteso sopra un sofà; ch’entrò piano e che per consolazione abbracciolla c baciolla, dicendo: alla fine