Gi la dama. Futto questo, uno dei sottocapi , i quali stanno collocati all’ estremità delle file, si pone n pestare alzando una specie di continuo ululato ili cadenza, a cui rispondono tutti i facchini nell’atto che incominciano. Questo urlo reiteralo determina il metro della battuta ; e ciò dura fino che i facchini sono bene avviati. Delle due file una alza il pestello mentre 1’ altra lo abbassa. Quando il capo facchino crede la droga bastantemente polverizzata, fa un grido particolare con cui resta sospesa tosto ogni battuta. Ciascuno dei facchini porta sopra una scodelli» di legno la propria pestata droga al capo , che pone il tutto in 1111 grilli vaso. Qui detto capo esamina con fosca gravità la finezza del lavoro, e rimprovera acremente quel facchino, che meno avesse la droga assottigliata. Raccolta quantità sufficiente della droga in polvere, ogni facchino siede sopra panche in mezzo della via , e staccia e calila. E così procedesi per giorni tre. Al quarto sulla stessa via, s’ è ampia, od in qualche adattata vicina, in due o tre enormi paiuoloni coperti da una tettoia, e collocali sopra tripodi di ferro, sotto cui sta acceso il fuoco, si cuoce il medicamento e s’impasta. Molli facchini montali su delle alte panche tengono in mano dei lunghi mestoloni, la cui estremità è fatta a modo di secchia, e vanno di continuo rovesciando e mescolando il composto. Varie altre volte mi sono fermato a ridere e ad udire le infinite bizzarrie e gli allegri e spiritosi molli di quei bravi e forti uomini, che forse in altro paese non verreb-bono di tanto tollerali. Ma nel mentre io stava osservando per la prima volta tale lavoro, e da un cortese bottegaio aveane delle informazioni, accadde che vicino a me, e quindi presso anche ai lavoranti della Teriaca, si arrestò dai birri all' iinprov-