256 Sa* Marco. petuiere. Se poi invece lo attacca al petto, avvicina il suo cuore n quello dell’ amante, e pare che dica così operando: che gli affanni di amore, la speranza ed il fine sono tutti del pari. — Alla mattina dietro uscii di mia stanza cd incontrate le mie padroncine feci loro omaggio dei fiori. Oh quanti ringraziamenti 1 sembrava che io avessi loro regalato un tesoro. Si posero quelle i due boccoletti fra le treccie e corsero tosto alla finestra onde farseli vedere. Uscito di casa tardi, me ne ondai verso al san Marco. Tutti i balconi erano pieni di ragazze col loro boccoletto. Sulla porta delle loro case e sulle vie le donne ordinarie si facevano del pari vedere coll’ amato fiore sul capo. Le giovani di rango superiore invece portavangli dinanzi al petto, e si trapelavano pure sul petto in quelle ragazze che andavano e tornavano di messa sotto le loro negre e trasparenti prigioniere. Trovai poi girovaghi per le vie quantità di venditori di boccoli. Vidi di tali fiori molto belli, c che poteansi avere a mezzo paolo o poco più 1’ uno. Quindi conobbi che il venditore a san Moisè mi aveva trappolato. Il giorno di san Marco è uno dei più ameni giorni che godansi in Venezia. La stagione gentile di primavera e la festa del santo protettore della città e repubblica spargono tra i Veneti una certa gioia universale, un brio particolare galante, ed una specie straordinaria di amorevolezza. Cose tutte che in così alto grado non mirai nelle altre feste. Qual pompa di vestiti! qual superbo passeggio nella gran piazzai quali pranzi sontuosi 1 ■—lutai giorno non solo ogni cittadino si sforza ad onorare il rinomato santo con aggiungere alla propria tavola qualche piatto di più, ma fa invili di parenti ed amici. Nel dopo desinare succedono reciproche visite, che sono accettate col più cortese garbo del mondo, cd a cui si tributano biscotterie, frittelle,