CAPITOLO XLII. Caratteri. Il descrivere tutti i bizzarri caratteri che offre un paese libero come Venezia, sarebbe cosa infinita. Sceglierò intanto tra questi un grazioso verace aneddoto. Un patrizio non molto ricco, austero e sofistico, cangiava continuamente di domestico, lagnandosi su tutto ciò che il servo comperasse. Accusavaio di non saper ¡scegliere e di pagar ogni cosa a carissimo prezzo. Cosicché era caso raro che un servo durasse appo il patrizio oltre ad un mese. Avvenne che scaltrito uomo giugnesse in Venezia cercando pane. Un suo amico dissegli tosto, che poteva collocarlo come famiglio presso il tale patrizio. Ma prevengalo che non avrebbe oltrepassato forse una settimana nella casa di quello, atteso che il nobile piativa acremente su tutto ciò che il servo comperasse, e ben presto discacciavalo. L’uomo disoccupato soggiunse: io proverò; starovvi per poco, e intanto forse il cielo aprirammi via migliore. Si presenta tosto al nobile, che squadratolo bene e mirandolo piuttosto omicciattolo, dissegli, non essere domestico per lui. Non hai, soggiunse, apparenza d’imporre a’venditori, e di saper ben dire la tua ragione. Mi provi, rispose umilmente il servo, e vostra eccellenza spero rimarrà contenta.