Ernesta. 371 più. Sono pochi mesi ch’Ernesta abbandonò il mondo. Una febbre di soli otto giorni la rapì. Ernesta, se non ischiuse mai le labbra al riso, non le mosse neppure al dolore. Io la udii esalar l’ultimo sospiro; e la sua anima, monda della più lieve colpa, deve esser volata fra le celesti beatitudini. Ernesta non gustò alcuno dei piaceri ingannevoli della ter» ra. La purezza del suo cuore era all’ inverso della lordura del suo corpo. E quanti hanno pulitissimo il corpo e lordissimo l’animo 1 Tale l'acconto alquanto mi afflisse. Credetti che la squallida miseria avesse accelerato l’immaturo fine della bellissima Ernesta. Vidi da questo veracissimo aneddoto quali stravaganze produca bene spesso il mondo e la natura.