190 II passeggio I medesimi suesposti accessorii principi! fanno e nelle venete citladine ed nuche nelle donne della classe degli artieri di non poco estesa la bellezza. Le medesime femmine dei bassi popolari, affettando un però riprovevole ozio per farsi credere non bisognose, fanno perciò insensibilmente e a poco a poco acquisto di belle ed altere forme e di bianca e rosea carnagione. Perciò ritengo che se Venezia al caso soggetta divenisse; quindi perdita facesse delle cagioni principali del bello umano; pure le donne venete scemerebbono non poco dei loro pregi. Ohi cornee caro questo passeggio!.. Qui è dove sottovoce si raccontano sulle venete dame e cittadine, nell’atlo che passeggiano tanti aneddoti bizzarri e di galanteria. Qui è dove rinvieni il diletto amico, e 1’ alto soggetto che brami inchinare. Qui in aspetto privatissimo vidi non di rado alcuni sovrani di Europa. E qui è dove s’incontrano gli uomini più distinti e nelle arti belle e nelle scienze. Un giorno a tale passeggio rimarcai un uomo di circa quaranta anni. Era di aspetto non molto alto ed un poco corpulento. Avea una fisonomia spirante serenità, ed un sorriso ingenuo. I suoi occhi indicavano un fuoco vivo e penetrante, ma dolce nello stesso tempo. AI passar di questo uomo vidi che molli si fermavano a guardarlo, altri lo salutavano, ed altri che volgeansi a fissarlo anco dopo oltrepassato. Egli gentilmente corrispondeva ai fatti saluti; e la sua umiltà mani festa vasi tosto che incontrandosi co' dignitosi patrizii era da questi onorato di un benigno sorriso. Mi sembrava di vedere un che di straordinario in quella sembianza. Retrocessi dal mio giro, ed incontratolo altra volta, mi sentiva curiosità di sapere chi egli fosse. Quando un signore disse sotto voce alla dama, cui dava braccio: ecco Carlo Goldoni. Confesso la mia debolezza ; rimasi come incantato all’aspetto dell’uomo grande, di quel profondissimo leggitore