CAPITOLO VI. 1 jà Dava. Alcuni giorni dopo la mia gita a Mestre , venne al mio alloggio un barcaiuolo in livrea ad invitarmi che mi portassi dalla nobil donna X. abitante a santa Maria Zobenigo. Dissi a quell’ uomo eh’ egli sbagliavo. Ma mostrommi un pezzettino di carta, su cui era scritto Edmondo Lundy, casa Segur, san Pantaleone. Il giorno dietro'mi recai aH’indicatomi palazzo. Mancavano circa due ore al mezzogiorno; ma mi fu da un domestico risposto, che la dama ancora dormivo, e che tornassi da lì circa ad un’ ora. Però un cameriere sopraggiunto in quel momento mi consigliò a riedere dopo il mezzodì, perchè la signora usava goder del riposo fino a quell’ ora. Io cominciava a seccarmi. Pure fui colà oltre non poco all’ ora dettami. Mi dissero allora i servi, che aveano sentito suonar il campanello della stanza di Sua Eccellenza, segno che la dama era svegliata ; ma che però poteva recarmi a fare una passeggiatina e poi ritornare. La noia mi cresceva. Nell’ uscire dalla porta del palazzo un barcaiuolo mi disse: Cara eia, ze inegio che la vegna da quà un per de ore. La parona co la se alza la