342 Avvocati. tifiziosa di un sicurissimo esito felice su ciò che promettono e sul litigio in cui s’ intromettono, e come fosse un lieve scherzo per loro il vincere la causa più astrusa. Questi sono i distintivi generali dei veneti avvocati. Però questi difetti divengono compatibili in quegli avvocati che di alto merito forniti sono. Ma sono però ridicoli negli avvocati di debole capacità. Costoro avvolti nelle loro nere e spesso untuose toghe e con in capo le loro arruffate parrucche, altro mezzo non hanno per imporre e per adescar clienti, che la gravità, le importanti parole, il soffiar di bocca, e la fisonomia sprezzante e come immersa in pensieri infiniti, e il dar degli asini agli avvocati più celebri. Hannovi poi alcuni che non laureati s’impicciano pur negli affari di foro, e sono per lo più garbuglioni solenni. Il popolo li chiama : mangiacarte. Costoro si reputano superiori ai più rinomati legali, e di questi con dispregio parlano. Gli artisti, i campagnuoli si pongono per lo più nelle mani di costoro, e ciò per creduta economia, sapendo quanto troppo costi 1’ appoggiarsi ad un avvocato di gran nome. Ma che? sono traditi non di rado e nelle loro lusinghe ed anco col rimanere ben bene scorticati dulie zanne del preteso giureconsulto. Quando l'avvocato si porta ad arringare una causa di importanza, vestita la sua toga e coperto il capo della incipriata enorme parrucca, condotto per lo più dalla sua gondola, va al palazzo ducale, e s’è uomo di nome, lo vedi tosto circondato da turba di rispettosi clienti. Si presenta poscia al tribunale e, fatto un profondo inchino ai giudici, viene da questi, se avvocato di fama, corrisposto di un sorriso. Si pone ad un iato del tribunale entro la sua bigoncia, avendo vicino il sollecitatore od interveniente della causa. Le cause si trattano con un’arringa dell’avvocato attore, alla quale viene risposto con altra arringa dell’avvocato avversario. Ciò di frequente basta. Ma talora si aggiun-