238 Quaresima. La piazza e piazzetta di san Marco è sempre piena di storici, ciurmatori, giocolieri, pulcinello, Tenditori, cantanti, saltaimbanco, improvvisatori, ec. come altrove si è detto. Nella quaresima si lascia pure che esercitino il loro mestiere, tranne però la settimana santa e l’ora della predica. Un vecchio servo santese gira per circa una mezz’ ora la piazzetta suonando un campanello a rintocchi. Avvisa in tal modo che al cessar di quel suono avrà principio il sacro discorso. Intanto tutti que’ciurmatori, giullari, ec. ; seguono le loro faccende, onde trattenere il popolo a loro intorno densamente all'oliato. Cessa il suono di quel piccolo bronzo, e pur allora ad un tratto cessano tutti coloro, troncando gli argomenti ed i giuochi in corso, con dispiacere non lieve e visibile del più degli astanti. 11 popolo si avvia lento e poco numeroso alla predica. L’oratore, eh’ è sempre un padre Domenicano, oltre ad essere uomo di capacità distinta, viene anco scelto di voce robustissima, così chiedendolo l’ampio locale. È permesso agli uditori di rispondere al predicatore, di proporgli delle difficoltà, e di chiedere dilucidazione su varii punti. Ma ciò mai succede o rarissimamente. Intanto i silenziosi ciurmatori stanno fermi al proprio posto, gettando di quando in quando alcuni torbidi sguardi all’ oratore, che loro appare sempre troppo prolisso. Ma terminata la predica, sembra che nella piazza e piazzetta di san Marco succeda come una trasformazione di scena. Non appena ha dato quel buon padre Domenicano la santa benedizione, che tutti i venditori di ciambelle, e frutta, ec. gridano la loro merce; i giullari battono i cembali ; i cantanti intuonano le loro storielle; i ciarlatani suonano la tromba; i pulcinella si bastonano sui casotti; ed il popo- lo corre ridente ad accerchiare di nuovo chi Io diverte, e già non più ricordandosi i precetti del santo discorso. —