334 Cittadini e popolari. renzn di servigio o per ¡scelta di cibo, nè dirigere di soverchio a loro ¡1 discorso. In queste famiglie il padrone di casa sta collocato al mezzo dal lato più largo della tavola, sempre rettangola; al suo fianco da una parte siede la moglie e dall’altra le figlie; poi i figli maschi per lo più dalla parte della madre; i parenti e le persone dipendenti stanno ai capi della tavola; in faccia al padrone siede il convitato più distinto, ed a’ fianchi di questo gli altri. Le vivande che vengono presentate, sono tagliale o divise dallo stesso padrone, e non vanno in giro, come usasi nei pranzi delle famiglie educate. Invece si presentano agl’ invitati coll’ ordine del grado di questi o vero o supposto; poscia i serviti sono sempre gli avi se trovansi presenti, indi Io stesso padrone di casa. Questi poscia costuma di dare ciò che crede a sua moglie, come quegli che più conosce il suo gusto. Infine il padre o la madre dà la cosi detta porzione ai figli. Alquanto più tardi, con ben diverso sistema delle persone colte ed agiate, il padrone pone sopra ad alcuni piatti e sulla stessa tavola ciò che vuol dare ai domestici, e questi son ben certi nelle circostanze straordinarie di essere generosamente trattati. Dassi poi a’ domestici con ¡scrupolo di tutti i cibi. Asseriscono tali capì di famiglia, nell’osservare questa costumanza, il noto proverbio, che tutte le bocche sono sorelle. — Infine i popolari bassissimi passano al presente in Venezia per quasi tutti viziosi. Giuocano più che possono, mangiano e bevono allegramente tutto ciò che guadagnano, pensando di rado al domani. Trascuratissimi sono nelle vesti ed anco bene spesso tutti laceri senza essere in grave necessità. Intervengono, cada il mondo, a tutte le feste sacre e ad ogni basso divertimento. Ubbriachi frequentissiinamente, attaccano continue risse. E siccome vanno sempre muniti di coltello, le ferite e gli omicidii, fatti da questa trivial classe, sono frequentissimi. E tra loro stanno i così detti buli,