154 Borsaiuoli. presa di tabacco. Mi accorsi tosto che la scatola, che aveva fra le inani, era la mia, e ini posi del pari a ridere, ma specialmente, credo, per la mia grande sorpresa. Ecco la sua tabacchiera, il messere mi aggiunse. Ogni qual volta le accadessero simili inconvenienti, venga da ine, e sarà a tutto rimediato. Non cessava perciò mai fra me stesso di ammirare la vigilanza del veneto governo. Correva già voce universale che questo governo sapeva tutto, era informato di tutto, ed in questo fatterello io ne aveva una prova molto convincente. Da li a qualche anno avendomi acquistata la confidenza e la buona opinione di autorevolissimo patrizio, gli raccontai 1’ accaduto, esternandogli il mio incessante stupore. E questa sorpresa tanto più sembravano giusta, per aver più volte saputo, che altre persone in occasioni di simili de-rubamenti rinvennero i rapiti elietti ricorrendo al pari di me. Rise l’avveduto patrizio. Sappiate, mi disse riservatamente, che la nostra repubblica tollera i piccoli ladri di destrezza, cioè quella classe detta de’borsaiuoli. Però tutti costoro sono obbligati di tosto depositare presso al messer grande la cosa derubata. Se dentro quindici giorni si reclama dal danneggiato, fedelmente gli viene restituita. Passati i quindici giorni, e che non siane stata (atta domanda, resta allora di proprietà del ladro. Non crediate però che questi inariuoli trascurino di obbedire alla prescrizione. A loro troppo interessa 1’ assoggettarvisi, perchè altrimenti non facendolo e convinti del furto, subirebbono le severe pene inflitte dalla legge ai ladri. Ollredichè i borsaiuoli si esplorano con tutto interesse reciprocamente, e denunziano quello eh’ è mancante all’ ordine, e ciò per diminuire col castigo di colui il numero soverchio di questi bricconi a loro stessi troppo dannoso e contrario alle loro utilità. Questa tolleranza del nostro governo è antichissima,