Quaresima. 237 eccitava partili e questioni sull’ abilità del tale cantante, del tale attore, e della tal ballerina, lo vedi di preciso ora rivolto sopra i predicatori. Ogni parrocchia pretende possedere il migliore. S’ odono su di ciò non pochi litigi e contrasti. Il predicatore, che al presente in Venezia fa più fortuna, è quello che usa uno stile ampolloso e molto figuralo. Deve ampliarsi sopra punti metafisici. Abbia bella voce, clic passi spesso dal pianissimo al fortissimo; male o bene faccia uso di esagerata mimica, e questo oratore farà ottimo incontro. La chiarezza dello stile è la cosa meno importante. Ilo interrogato varie volte molte persone sopra ciò che diceva 1’ oratore. Mi rispondevano, non bene saperlo; ma che il santo uomo era di una bravura impareggiabile. Stavami un giorno in chiesa e ad un divoto a me vicino, che tutto ad un tratto sciamò sotto voce bravissimo ad un passo del predicatore, chiesi che mi spiegasse ciò che quello aveva detto. Signore! egli mi risponde ; per intendere ciò che dice quest’uomo grandissimo ci vogliono dei talenti sublimi, dei quali in Venezia non credo ve ne siano. Io sono un ignorante, non posso servirla. Ma il dire cose che superano 1’ universale intelligenza, è la prova più evidente del vero merito. Non è credibile quanto i predicatori sieno, però nella quaresima, onorati e quanti regali ricevano dulie persone divote. Le chiese riboccano di gente, la quale nelle borse depone gli effetti del suo buon cuore. A Venezia chiamasi la quaresima il carnovale dei preti. In campo a Rialto e nella piazzetta a san Marco havvi predica il dopo pranzo di tutt’i giorni quadragesimali. Nella piazzetta il pergamo movibile è posto vicino al palazzo ducale sotto al grande poggiuolo. Alcuni scanni stanno collocali dirimpetto al pulpito.