Sax Marco. 257 e scelti vini di bottiglia. Nel giorno di san Marco il Doge dà uno dei quattro annuali solenni banchetti. Alla ripa della piazzetta sta ancorata una grossa vecchia fusta o galera, che racchiude molti di quelli che per gravi delitti condannali sono per anni od in vita alla catena ed al remo. Servon talvolta coloro per vogar nelle galere da guerra ed altri legni ed anco ad operazioni perigliose e faticosissime. Ma sono in quelle galere tenuti con una terribile severità, e ad ogni menoma mancanza soggetti a soffrire per mano degli aguzzini colpi numerosi e dispietati. Avvicinatomi alla piazzetta udii partire dalla detta fusta un coro di grida e di Evviva san Marco, la repubblica, i nostri paroni, ec. Ma con certe rauche, fiere e robuste voci da piuttosto mettere dello spavento. Mi avanzai alquanto verso quella galera per saperne il motivo. Mi venne detto, che i galeotti non ricevono altro giornaliero cibo che biscotto ed acqua ; e che quando affaticano si dà loro in aggiunta pochi fagiuoli condili con qualche goccia d’ olio. E ad essi interdetto con sommo rigore qualunque altro alimento. Ma nel giorno di san Marco, si dà a’galeotti minestra di riso cotto nel brodo di bue, un po’di carne e un bicchiere di vino. — Ad uomini che pria della loro colpa erano usati nel rapporto del cibo spesso alla intemperanza, e in quello del vino, quasi alla giornaliera ubbriachezza ! Ora condannati per lustri od in vita alla privazione di tutto; di tutto! Oh come loro giunge più soave che ambrosia, più avvivante che nettare quel poco riso, quella carne, quel bicchiere di vino ! Oh con qual fervore desiano e benedicono una tale giornata!... Ecco il motivo di quelle gioconde esagerate grida ... e per tanto poco ! Questo tratto di pietà verso quegli sciagurati mi parve degnissimo di encomio. La repubblica non dimentica che alfine sono uomini. 3é