CAPITOLO XXI. Annetta. Passeggiando una domenica dopo il mezzo giorno sotto alle procuralie, rimarcai una bellissima giovanetta, vestita con molta eleganza, e di aspetto modestissimo. Era accompagnata da una vecchia e da un giovanotto, che concimisi questi per suo congiunto, atteso una evidente reciproca somiglianza. Parvemi che questa ragazzina, ogni qual volta m’incontrava, non trascurasse di darmi una lieve occhiata. Sembravano dessa un oggetto interessantissimo pei suoi pregi corporali, e piacevami sempre più. Per vari! giorni festivi non mancai di recarmi alle procuratie, e vidi sempre ripetere verso me quelle occhiatine, che mi parvero per assoluto indicanti, che alla giovinetta sgradito io non fossi. Quando colà incontrai Antonio, uno dei scritturali di Segur. Giovane de’ ifiiei istessi anni, lo credetti degno di confidargli la cosuccia. Lo pregai poscia di starsene dietro di me. Io ve la indicherò, gli dissi, e poscia volgerò il volto altrove. Rimarcate s’ella mi guarda, e cercate, se potete, di comprendere Io spirito di quello sguardo. Cosi si fece. E passata la ignota giovinetta, chiesi ad Antonio che gliene era sembrato. Ella, mi rispose, vi guar-