220 Maschere. Spiccano salti enormi; urlano come si crede urlino i diavoli; e percuotono all’improvviso sulla schiena, colle dette vesciche, gli spettatori. Diverte molto il ridicolo spavento delle donne alla comparsa di così brutti esseri. Ma la maschera, che faceami più ridere per Io stesso oggetto, ella era la morte. Il volto figura un cranio scarnato; porta in mano la falce fatale; ed è coperta di lugubre funereo manto. Bel vedere le donnacce quando nel volgere una via incontrano a caso tale maschera! Si coprono gli occhi, la maledicono, e corrono altrove. Gridano spesso: (1) andè da questo, andè da questo, mostrando qualche persona vecchia per caso presente. Questo per tal motivo si arrabbia, fa degli acerrimi ridicoli contrasti, rammentando possibile ad ogni età quel fine, al quale ogni vivente ricalcitra. Altri appariscono con muso di belva, o con volti bensì umani, ma stranamente deformati ; alcuni con teste enormi ; chi con faccia da moriente. Tali maschere, per 1’ abitudine di vederne, non recano, come alcuno crederebbe, ribrezzo di sorta. Fanno un pò di sorpresa al principio, ma poi si ride della bizzarria. Maschera quasi particolare di Venezia ella è il lustrissimo. Figura questa un nobile, o chi si pretende tale,che vuole esser ricco e possente, ma è tutto all’ opposto. Il suo vestito è magnifico, ma che lascia trapelare in più di un luogo una ridicola meschinità. I lustrissimi parlano sempre con allettata boria, ed abbondano di promesse sperticate e di alta protezione verso gli spettatori. Portano spesso fra le mani stranissimi occhialetti, o pezzi di polenta o di nero pane, ec. Questa maschera diverte molto chi la finge, per sentire il continuo dileggio del popolo, che la incontra e dei ragazzacci che la seguono. Si odiano molto a Venezia que- (t) Andate.