i59 SUQLl tALTRl FRONTI VI QUERRA 159 alla meglio ma prive di artiglierie e di carreggio, erano state frattanto trasportate a Salonicco (1). L’Italia, però, aveva dovuto sin allora declinare l’invito ad inviare truppe in Oriente, e per ragioni molteplici. Una spedizione in Macedonia, anzitutto, avrebbe richiesto uno sforzo ben superiore a quello da noi compiuto in Albania, perchè si sarebbero dovuti costituire a Salonicco, ad una distanza cioè di parecchie centinaia di miglia dalle nostre basi, grandi depositi di derrate, di munizioni, di materiali, e concentrarvi riserve notevoli di complementi per mantenere in efficienza le unità; per questo sarebbe occorso disporre di una rilevante quantità di tonnellaggio, che a noi mancava. Nè sarebbe stato possibile trarre truppe e mezzi dall’Albania, sia per la minaccia che su di essa pesava dopo la scomparsa dell’esercito serbo, sia per la situazione che si era venuta determinando nelle province meridionali, in conseguenza della politica greca. Aggiungasi a questo che, in quella primavera del 1916, mentre i Tedeschi urtavano contro Verdun, l’Austria si gettava con tutto il peso delle sue forze contro le nostre linee del Trentino. Nel luglio di quell’anno, invece, la situazione generale europea apparve alquanto migliorata,soprattutto per il fallimento del colpo tedesco sulla fronte francese e di quello austriaco sulla nostra, nonché per l’imminente entrata in guerra della Romania. Quest’ultimo avvenimento, d’altra parte, avrebbe reso necessario coordinare le operazioni delle truppe d’Oriente, ridotte ormai a ben poche, con quelle che avrebbe iniziate l’esercito romeno, mentre si prevedeva una prossima azione austro-bulgara contro Salonicco e sempre meno chiaro appariva l'atteggiamento della Grecia. Fu quindi deciso l’invio di truppe italiane a Salonicco, ed ai primi di agosto la 35* Divisione, comandata dal tenente generale Carlo Petitti di Rorcto e composta delle Brigate di fanteria Sicilia (6i° e 62°) e Cagliari <63° e 64°), di uno squadrone cavalleggeri di (1) Ricorderemo che questo trasporto venne effettuato per la massima parte da navi italiane; 24 unità della nostra R. Marina e cinque grandi piroscafi mercantili.