180 Sl’USA PERSIANA. Questo, secomlo me, parventi il più bell'elogio che falsi possa alle produzioni del veneto comico poeta. Così cicalando que’due seguirono lino all’alzata di quel lampione, che precede di poco quella del sipario. Ilav-vi pur anco in Venezia 1’ uso, che l’orchestra di commedia suoni soltanto tre piccoli pezzi, dopo I' ultimo dei quali si erge puntualmente la tenda. Quest’ordine è comodo, perchè chi si trattiene negli anditi o nell’ atrio teatrale è avvertito del cominciar dello spettacolo. Non descriverò a minuto 1’ effetto prodotto dalla rappresentazione Goldoniana. Il pubblico erane eutusiastato; e quelli che censuravano il grande autore di argomenti troppo famigliari, furono ora molto conienti mirando che Gol-doni ergevasi alquanto dalle sue solite forme. Dico alquanto, perchè La Sposa Persiana non è niente più che una commedia familiare in versi. Recommi mollo diletto l’udire la grande eloquenza di que’ dialoghi, 1’ arte d’interessare continuamente colle sole parole, senza il concorso di strani accidenti e di caricale frasi rettoriche. Gli affetti sono di preciso quelli del cuore dell’ uomo, e quindi ciascun uditore dovea averne 1’ animo scosso. La condotta è bellissima e l’interesse vi cresce a proporzione. Con un fatto orientale e con costumi alquanto ai nostri opposti, seppe Goldoni destare un grande e costante interesse. Amasi Fatima, si protegge Ircana, e si compassiona Tamas. La bella schiava pensa come pensano tutte le donne, ma più, per furberia del poeta, come le nostre europee. Vuol possedere unicamente per sè il cuore del suo amante malgrado al costume. E quando ella esclama a Tamas le energiche parole : foglio che mi ami e sola oh come fu applaudita da tutte le donne spettatrici !.. Ircana è fiera bensì, ma un ardentissimo amore è grande scu-