IL PALAZZO. 87 I veneziani per punire tanta ostinazione con tutta prontezza si armarono. Il Doge Ziani nell’atto »li montare stilla galea capitana è dal papa regalato di una spada du lui benedetta. L’ armata veneta fastosamente se ne parte cogli augura più fervidi del popolo tutto. Vicine a Pirano sulle coste dell’ Istria, credasi il di del-1’ Ascensione di Cristo, le venete galere s’incontrarono con l’armata navale dello imperatore, guidata da Ottone suo figlio. La vittoria ben presto si dichiara pei veneziani cbe traggono prigionero lo stesso Ottone. Quel giovane principe viene condotto a Venezia e presentato ad Alessandro III. Confessa Ottone il torto di suo padre, e s’incarica di farsi mediatore della pace. Il papa a tale oggetto gli concede libertà. Alessandro poscia regala al Doge un anello e gli ordina di recarsi ogni anno nel giorno del-1’ Ascensione ad eseguir la funzione detta Io sposalizio del mare, in memoria della luminosa vittoria di Pirano, die assicurava nell’ Adriatico golfo ai veneziani una preponderanza assoluta. Ottone convince e persuade il padre. Ecco l’imperatore col figlio a Venezia. Il papa lo attende nell’ atrio della chiesa di san Marco. Federico baciagli il piede. Entrano tutti in chiesa. Il pontefice sale all’altar maggior insieme allo imperatore. Si trattengono ivi a favellare in secreto per alcuni istanti. Pacificati e ben intesi fra loro, il papa benedice Federico, ed innalza un cantico di gioia. Le prove di tutto questo si hanno dalla iscrizione a santo Apollinare,dall’altra al ss. Salvatore, da una lapide a Pirano, che attesta la vittoria contro Ottone, dai dieci quadri eli’ esistono nella sala del maggior consiglio, da altro in quella dei dieci, non che da alcune vecchie leggende, che raccontano quanto io sopra ho riportato. Ma pure con tutto ciò, si ha per falsa assolutamente tale storiella. IVon si nega però vero che il papa e lo