280 Doxs’ Anna. la gondola, e le persone elie vi stavano lanciar guardi curiosi sulla donna vestita con tanta ricchezza all’ uso maomettano. Don Carlo, spinto da giovanile ambizione, ordinò od Azema di togliersi il velo dal volto, e ciò, diceva, per adattarsi ai veneti costumi. Azema fu a far questo alquanto renitente, ma poscia obbedì. Tirò dietro al capo il velo, e presentò scoperto il sembiante, ma lievemente arrossato, alle numerose persone curiose che circondavano la gondola. lira universale la sorpresa. Quanta bellezza! quella non è certamente una donna mortale, ma una diva scesa dal cielo. Chi vide mai forme più belle? chi vide volto più perfetto? Qual donna può a lei paragonarsi?.. Queste erano presso a poco 1’ esclamazioni dei sorpresi passeggici'!; Don Carlo provava nel suo animo, in udirle, un piacere indicibile. Ma i gondolieri, non frenati da precetto alcuno, corsero di lungo pel gran canale. L’ aria calda della giornata, mentre il sole si andava abbassando verso le acque del mare, chiamava, sui pogginoli e sulle finestre dei palazzi, spettatori in gran numero. Un desiato, fresco e ristorante venticel- lo a spirare cominciava. Anna , con sua madre ed altre persone della famiglia Vendramin, era discesa nel giardino del palagio, che posto ad un lato di questo le acque del gran canale lambivano. Ancorché la giovine spagnuola fuggisse per sistema ogni piacere, in conseguenza del suo freddo temperamento, pure grato sollievo provava nell’istante presente, mirando quelle numerose scorrenti barchette, e le persone di ogni classe che vi stavano accolte. Quando ella vide dalunge una gondola scoperta, ed intorno a questa numerose gondole, che faceano a quella come cerchio e corteo. Vide gli sguardi di chi stava in queste, lutti rivolli verso la barchetta scoperta, in cui ben