LA DAMA. 63 sieno quelli riconoscimi dalla medica deputazione, e sieno posti ;i comporre il medicamento nella stabilita proporzione e regola, ed anche che sieno abbastanza elaborati. Quella farmacia che far vuole la Teriaca, viene uno o due giorni innanzi addobbala e di dentro e di fuori con fasto straordinario. Sta aperta altresì tutta la notte, splendendo per vaghi lampadari di cristallo e candelabri. Nello esterno della bottega con una disposizione vaga e regolare stanimi le droghe principali ed i medicamenti preparali, eh’ entrar devono nella Teriaca. Siccome in tale circostanza detti facchini sono bene pagati, così riboccano di buon umore. Mentre pestano o crivellano, cantano pazze canzoni. Le donne e le persone segnate da qualche difetto si guardano bene dal passar nel mezzo di coloro, perchè tosto si alzerebbono urla derisorie, sarcasmi pungenti, ed in coro canterebbonsi e pregi e difelli. Inoltre que’facchini de'In Teriaca si pongono spesso in capo di non voler che per quella via [tassi alcuno con fagotti , impicci, corbe, ec. E tante sono le urlate , i fischi, e le parolaccie contro quello che tanto osasse, che chi è gravato di tali imbrogli trovasi costretto per prudenza di retrocedere e andar per altre vie. Guai poi se innanzi a loro passar volesse la sbirraglia ! Ben tosto le si opporrebbono furentemente co’ loro ferrei pestelli. A certi punti del giorno si refezionano e desinano. Ciò viene eseguito sopra panche e cassoni sulla pubblica via vicino al lavoro. Qui gli scherzi contro chi passa fallitosi maggiori, moltissimi gli schiamazzi, a cui succedono brindisi e sonori evviva ad onore del farmacista. Cominciano il lavoro di buonissimo mattino; ed è cosa molto incomoda a'vicini. Il capo facchino gira intorno alle file seguilo da due uomini, che pol lano in una specie di caldaia la droga da impolvcrirsi. Ne mette una dala porzione ili ciuschedun mortaio.