338 Avvocati. Gli approvati in legge ricevono la laurea dalla università di Padova, presso a poco nello stesso modo e colle stesse condizioni e regole, che si usano anco al presente in tutte le università. Ma la loro estesissima influenza, e la grande considerazione che godono in Venezia dobbiamo riportarla, prima alla debole educazione dei patrizii per ciò che concerne le conoscenze legali civili e criminali, ed altresì amministrative ; e secondo, al frequente bisogno che hanno degli avvocati i patrizii medesimi, nei contrasti e nelle liti di famiglia. Dilucidiamo alcun poco il primo motivo. La educazione dei ricchi patrizii è tutta particolare. Dei maestri, per lo più sacerdoti, sono scelti ad istruire nelle belle lettere e scienze i nobili giovanetti. I bernabotti poi mandano ad apprendere i loro figli in un collegio eretto appositamente per quelli. Pervenuti alla età di 25 anni vestono la toga patrizia, per cui appartener possono al gran consiglio. Tosto già cominciano ad ambire i pubblici impieghi. Molti di loro per genio amano di calcare la carriera di Astrea, e concorrono alle così dette quarantie civili e criminali; o ad altre magistrature che hanno diritto di erigere tribunale di giustizia sopra alcuni particolari oggetti, ed anco a quelle amministrative, che pur tribunali innalzano sopra le lesioni dei loro attributi. Ivi bene spesso siedono giudici senza orma di legale conoscenza e di attributi amministrativi. Nel bel principio uniformano il loro voto a quello dei più vecchi e capaci patrizii giudici. In seguilo lo danno a seconda del loro cuore, della loro mente e della fatta esperienza. Per ottenere il voto di tali giudici, ha d’ uopo l’avvocato dimostrare con tutta chiarezza le basi della sua causa; indicare gli articoli di leggi venete; dar a questi una favorevole interpretazione, od ommettere con furberia i dannosi, o stiracchiarli a vantaggio proprio. E non solo ser-