1 12 CASTE. rie», un esame, ed approvati che sieno, esercitano liberamente la professione. I capi di un’ arte sorvegliano attentissimi che alcuno esercente arte diversa, non tolga il menomo dei diritti dei propri artieri. Vale a dire che un bottegaio non venda merce appartenente ad arte diversa dalla sua, e che un lavorante non eseguisca opera appartenente a mestiere diverso. L’arte danneggiata procede contro l’infragrante con grande rigore; ed essendo ciò tutelato dalle leggi, ne viene quello punito e multato. Talvolta succedono fra diverse arti delle liti lunghe, dispendiose ed accanite, nel dubbio se il lavoro o fabbrica di un tale oggetto possa appartenere ad un’arte, anziché ad altra. E fu curiosa la lite vinta dagli ostieri contro ai luganegheri o pizzicagnoli, che vendevano talvolta i così detti mentizaini ( minuceie ), cioè teste, piedi, interiora di animali, ec. colli, per obbligarli a cuocere tutto senza sale. Gli spurii dell’ospitale della pietà, hanno privilegio di poter appartenere ad un arte di qualsiasi classe ; però eseguendo prima il solito pratico garzonato. All' opposto i cittadini ed i patrizi-! medesimi non pon-no aprire qualsiasi sorta di bottega, nè esercitare un mestiere appartenente ad arte chiusa. Gli altri popolari potrebbono appartenere ad un’arte chiusa pagando una tassa alla scuola o confraternita di quell’arte. Il privilegio allora scende anche ai loro figli. Sia ciò che forse sembrerà strano è il 'prezzo della tassa, che per alcune arti bassissime talvolta viene portato a parecchie migliaia di ducali. Un artefice appartenente ad arte chiusa può vendere il proprio diritto. Le donne nate da artieri di arte chiusa, godono privilegio di poter esercitare la stessa professione. Vengono poscia le così dette professioni liberali, quali