199 NELLA QUERRA 1915-1918 199 guerra, osservando le linee nemiche e rilevandone con precisione l’andamento ed i particolari, iniziando e cercando poi sempre di perfezionare l’osservazione del tiro di artiglieria, compiendo audaci imprese di bombardamento; limitando, però, queste ultime esclusivamente ad obbiettivi d’importanza militare, mentre il nemico cercava di proseguire il vano intento di deprimere l’animo delle nostre popolazioni, bombardando città e paesi inermi, vulnerando nelle loro meravigliose bellezze anche le opere d’arte di Venezia e di altre città. I nostri aviatori da caccia, infine, iniziavano la serie delle loro mirabili imprese, così che alle offese dei velivoli nemici potè, quasi sempre, essere opposta, fulminea ed inesorabile, la nostra reazione. L’anno 1917 vide per la prima volta l’impiego in massa degli aeroplani sul campo di battaglia. Fu durante la fase culminante dell’offensiva di maggio, sull’Isonzo, che, mentre le truppe della 3a Armata avanzavano lentamente tra Castagnavizza ed il Tima-vo, 109 aeroplani piombarono a bassa quota ed in file serrate sulle truppe nemiche, lanciando bombe di ogni calibro e mitragliandole. L’impiego in massa, poi, di tutta la nostra aviazione da bombardamento e mitragliamento venne ripetuto ed ampliato nell’azione del-l’Ortigara, nel giugno, con 145 velivoli, e più ancora nella grande battaglia dell’agosto, sulla Bansizza, ove vennero impiegati ben 250 apparecchi. II progressivo, incessante incremento e perfezionamento di mezzi e di tecnica consentì inoltre ai nostri aviatori, non inferiori a quelli di nessun’altra nazione belligerante per audacia ed abilità, di rispondere alle incursioni dei velivoli nemici sul nostro territorio con imprese sempre più vaste e rischiose. Mentre, infatti, agli aviatori avversari bastava sollevarsi appena dalle loro linee, stese in zone quasi disabitate, per trovare centri popolosi su cui fare opera di distruzione, i nostri andavano a cercar lontano, nel cuore del territorio nemico, oltre le montagne ed il mare, i bersagli da colpire. Tra le più ardite spedizioni aeree di quell’anno vanno annoverate quelle sulla piazzaforte di Pola, che fu più volte raggiunta e bombardata, e la grandiosa incursione su