200 L’cAEROKAUTICA 200 Cattaro, nell'ottobre, eseguita da 14 apparecchi, partiti da Gioia del Colle, e guidata dal ten. col. Armani e da Gabriele d’Annunzio. Non meno ammirevoli le gesta dei nostri velivoli da caccia, i quali spazzavano il cielo con circa cento vittorie, che rendevano popolari i nomi di Baracca, Baracchini, Piccio, Olivari, Ruffo di Calabria, Scaroni, Cabruna, Ancillotto; così come altre imprese e parimente memorande consacravano alla gloria i nomi di Loca-telli e Palli, assi dell’aviazione da ricognizione, e quelli dei bombardatoti Allegri e Zapelloni. Dopo Caporetto, parve in quelle giornate di sventura che si dovesse rinunziare al dominio dell’aria. Ma fu una crisi brevissima in cielo, come per terra; non ostante le perdite gravissime di materiali e personale, i nostri aviatori, prodigandosi eroicamente, poterono offrire ancora un sostegno non lieve alle truppe, sia con azioni di offesa sui ponti del Tagliamento e della Livenza contro le colonne nemiche lanciate all’invasione della pianura veneta, sia partecipando attivamente alla lotta sugli altipiani, sul Grappa e sul Piave. Per quanto, poi, le difficoltà delle nostre squadriglie da bombardamento fossero ancora cresciute con l’arretramento delle nostre linee dall’Isonzo al Piave, che costringeva a percorrere parecchie centinaia di chilometri per andare a colpire centri nemici come Lubiana, Klagenfurt, Innsbruck, con rotte difficili per orientamento e quota da mantenere, tuttavia non poche offese, inaspettate e sanguinose, furono portate al nemico; lo sanno i Tedeschi di Innsbruck che videro, nel febbraio 1918, bombardare con pieno successo gl’impianti ferroviari e mitragliare i treni in stazione! Altrettanto audaci le imprese dei nostri dirigibili, che nel silenzio delle notti illuni varcavano più volte i monti ed il mare ed andavano a violare le difese di Pola, Monfalcone e Trieste. Il nemico seguitava, intanto, a sfogare la sua rabbia sulle nostre città indifese, bombardando a più riprese Venezia, Padova, Treviso, Mestre; più di ima volta, però, queste incursioni furono pagate ben care dal nemico, come, ad esempio, quella del 26 di-