119 IL TI AVE E IL JAONTELLO U9 Fu in corrispondenza di S. Donà che gli Austriaci penetrarono più profondamente nel territorio di riva destra durante la loro offensiva di giugno, avendo raggiunto il margine orientale di Meolo. La visita di S. Donà, a meno che non si voglia recarsi in pio pellegrinaggio al Cimitero militare di C. Gamba — i km. a sud di Cavazuccherina — chiude l’itinerario. Rientro a Treviso per Mo-nastier, o prendendo il treno per Venezia o per Trieste. S. Donà possiede un piccolo museo della guerra sistemato nel piano superiore del palazzo comunale (per visitarlo rivolgersi alla Segreteria del Municipio), nel quale sono raccolte armi e mezzi di offesa e di difesa; tra questi ultimi i triboli e le barbare mazze ferrate impiegate dal nemico per finire i nostri feriti; triste cimelio: una carrucola con corda impiegata dagli Austriaci per impiccarci volontari cecoslovacchi che cadevano nelle loro mani(i). Sul frontone del Municipio sono incise le seguenti parole del Duce: QUI UNA VOLTA GIUNSE IL NEMICO GLI ITALIANI GIURANO CHE NON TORNERÀ PIÙ (i) Le esecuzioni avvenivano a C. del Negro in Calvecchia, di fronte all’edificio delle Scuole di Calvecchia — a 3 km. da S. Donà — su cinque ippocastani. Sui corpi penzolanti gli Austriaci attaccavano un cartello a stampa con la dicitura « Così si puniscono i traditori della Patria ». Il Governo Cecoslovacco fece apporre sul muro delle Scuole una lapide bilingue con la seguente iscrizione: « Morirono per la Patria 5 legionari czecoslovacchi - combattendo in Italia - per la libertà del loro popolo - per vendetta l’Austria li impiccava - 18 giugno 1918 ». Un’altra lapide del genere è stata apposta a Villa Bor-tolotto per ricordare l’impiccagione del legionario Federico Havlena. Gli impiccati vennero sepolti in uno speciale recinto — detto Cimitero degli Impiccati — nella proprietà del sig. Angelo Candelo sulla strada in frazione Calvecchia.