i66 L’tAZIONE DELL'ESERCITO ITALIANO 166 in terra di Francia venne il 15 luglio, con l’inizio della grande offensiva tedesca. Il nostro Corpo d’armata era stato intanto rinforzato con una Divisione francese (la 120*) e 138 pezzi d’artiglieria. Poco dopo la mezzanotte del 14 si scatenò l’uragano di fuoco nemico, con prevalente numero di proietti a gas tossici; alle cinque del mattino le fanterie tedesche vennero all’assalto, e con particolare violenza sulla nostra sinistra, ove 1’ 8* Divisione si saldava al V Corpo d’armata francese. In questo settore, sotto il poderoso urto tedesco, la prima linea fu costretta a cedere, ma sulla destra ed al centro le truppe italiane si irrigidirono in ima magnifica difesa, mentre anche alla sinistra, mediante l’accorrere delle riserve e ^’audace contegno del battaglione d’assalto nostro, la linea veniva rinsaldata. Il giorno seguente già l’impeto nemico poteva dirsi ovunque contenuto e superato il grave pericolo di sfondamento sul fondo dell’Ardre. Per il mattino del 17, poi, il generale Albricci, che aveva intanto ricevuto in rinforzo un’altra Divisione francese (la 141), ordinò il contrattacco generale. Questo fu affidato sulla sinistra alla 14* Divisione; al centro, alla riserva della 120*; sulla destra, infine, alla nostra 31 Divisione. Il nostro contrattacco si scontrò in una nuova spinta offensiva del nemico contro la 120* Divisione; dopo aspro combattimento, i Tedeschi vennero respinti, mentre la nostra Brigata Napoli si prodigava in un sanguinoso assalto alla posizione del Bois de petit champ, che costava, oltre perdite notevolissime, una ferita gravissima al comandante del 750 Reggimento fanteria e la morte a tre comandanti di battaglione. Con rinnovato vigore fu proseguita la lotta il giorno seguente, ed alla sera quasi tutta la posizione principale del Bois de Courtan ed il bosco ad ovest di Ourezy erano tornati in nostro possesso. Nuovi progressi furono compiuti, nelle giornate dal 20 al 23, dalle truppe della 31 Divisione, finché nella notte sul 24 i superstiti della dura lotta vennero sostituiti da truppe inglesi, cui il nostro Corpo d’armata lasciava una situazione non soltanto completamente ristabilita, ma avviata ai più felici successi.