57 IL TIAVE E IL JM0N7ELL0 57 Meolo, la calma più serena, indice della incrollabile fede nella vittoria, si leggeva sul suo augusto Volto! Se dai Capi più eccelsi si scende ai più umili gregari, la fede nel successo immancabile assume forma ed ha manifestazioni eroiche. Il tenente Guido Alessi, Medaglia d’Oro, il 19, morente, grida ai suoi soldati: Avanti, per la grandezza d’ItaliaI Oggi abbiamo vendicato Caporetto! Carlo Gardan, aiutante di battaglia dell’ 8i° Fanteria, in piedi su di un argine del Piave nello stesso giorno, grida in volto al nemico: Qui si muore, ma non si cede! e combatte eroicamente finché cade colpito a morte. Ed un ignoto fante scrive su di un muro di Fagarè prima della battaglia : « Meglio vivere un giorno da leone che cento da pecorai ». La Volturno canta : Brigata Volturno Si scava la fossa Ma indietro non vaI Il 17, al quadrivio delle Fornaci i soldati gridano già : Si vincel si vincel Vittoria, adunque, vittoria di Capi e di gregari; sapienza di manovra armonicamente fusa ad indomito valore! Grave per le sue conseguenze morali e materiali fu la sconfitta per l’esercito nemico; anzi, per l’intera lega nemica, poiché il maresciallo Hindenburg non esitò ad affermare, apprendendone la triste novella : « La calamità del nostro alleato è una disgrazia anche pei noi ». L’esercito austro-ungarico usciva dalla lotta profondamente ed irrimediabilmente scosso. Il Gruppo di Armate del Boroevic, che attaccò Montello e Piave, aveva perduto 2656 ufficiali e circa .60.000 uomini di truppa, fra morti, feriti e prigionieri. Ove si tenga conto anche del gruppo Conrad, il totale delle perdite austriache ascese a 4436 ufficiali e 90.960 uomini di truppa. Totale generale delle perdite austriache: 95.396. Il nemico lasciò inoltre in nostre mani 70 cannoni, 75 bombarde, 1234 mitragliatrici, 151 lanciafiamme, e materiali in grande quantità, oltre a 119 velivoli e 9 palloni frenati abbattuti. Esso soprattutto, sentiva di aver