94 SUI CAMVI VI 'BATTAGLIA 94 di un impluvio ai piedi del Cesèn, le colline di Vidor, di Colber-taldo, di Col S. Martino. In secondo piano s’ergono maestosi: il Grappa, l’Asolone, il Tomba, il Monfenera; si apre la stretta di Quero chiusa all’orizzonte dal Tomatico oltre il quale, in un terzo piano, aguzza le sue ardite vette la catena dolomitica delle Alpi Feltrine; poi il Cesen, il Moi quasi isolato dal Col Visentin dalla profonda spaccatura di S. Boldo, coperta in basso dalle alture di Refrontolo e di Vittorio. All’estrema destra, sull’orizzonte, sfiorante la cresta del Montello, il Colle della Tombola. Visione sintetica mirabile della suprema gesta italica, che lascia una profonda ed indimenticabile impressione nell’animo dell’osservatore ed alla quale non può rinunciare chi si reca in sacro pellegrinaggio sul campo di battaglia della grande e decisiva vittoria della guerra! Da C. Benedetto a Nervesa. Da C. Benedetto sembrerebbe opportuno riprendere la rotabile militare di cresta per raggiungere direttamente la regione orientale del Montello e discendere poscia a Nervesa. Conviene, invece, riguadagnare la pedemontelliana settentrionale e girare attorno al rilievo: anzitutto perchè da Collesel di Val dell’Acqua in poi tale rotabile non è agevolmente percorribile, mancando di manutenzione, e cessa all'incrocio con la io* carrareccia; in secondo luogo, perchè la visita alla regione orientale del Montello non presenta più interesse storico-militare essendo sparita ogni traccia delle linee difensive preesistenti, quella famosa della « corda » compresa; infine, perchè occorrerebbe molto tempo, non potendosi impiegare mezzi celeri di trasporto (i). La 16* carrareccia è praticabile agli automezzi soltanto nella buona stagione e quando non abbia piovuto; in caso contrario è (i) Per notizie dettagliate sul Montello, confrontare l’interessante pubblicazione del dott. Oreste Battistella : La battaglia del Montello - Treviso, Longo e Zoppelli, 1927.