402 I MONUMENTI VENETI DELL’ISOLA DI CRETA ’Avógeai; orde è/iolc, ßuavovXoiq rv/ißov èyeigaQ avßirj wòe ’'Avvrj ai.i/jiya év zi ideo. ’'Etovs ,AXA(¡' Consta parimenti di un distico elegiaco e della data del 1636. Ma all’infuori del nome dei due coniugi Andrea ed Anna, il significato non è troppo chiaro. Il vocabolo fiaavovXoi (più correttamente fìaa/iov?.oi o anche yaa/iovXoi) pare denotasse i nati da incroci fra latini e greci, i quali si trovavano in una posizione di mezzo, nè liberi del tutto nè servi (1). Invece di sv Aiaw potrebbe darsi che si volesse scolpire èv "Aiórj. Deve voler dire : « Io Andrea ho eretta questa tomba per i miei figli e parimenti per la moglie Anna nel mondo di là ». Comunque lingua e prosodia tradiscono la rozzezza dell’inesperto e barbaro verseggiatore. 8. Museo nazionale: da una casa privata. Parte superiore di lapide sepolcrale, spaccata in due pezzi. Una cartella ovale, racchiusa da incorniciatura barocca secentesca, contiene l’epigrafe mortuaria : ’EÀjiìg èrjv jc(dvru>v) Kioaravrivov Mnevéro r........ èxàXovv (?). Pare si tratti della tomba di una figlia di Costantino Benetto. L’inizio del-1’ epitaffio ha andatura metrica. (l) Cfr. C. Krumbacher, Byzantinische Literaturgeschichte, pag. 838; J. Schmitt, The chronicle of Morea, pag. XXXV1I1; ’A. zavl}ov8tdi]s, SvrOyjxt] ui-ra^r tijs ‘Erezixijs -1-fioxoaziag xai 'Akel-iov Kaiiu'oyov, in ’AHt/vä, vol. XIV, pag. 320, nota 3 ; TI. r. Zegkévzrjc:, I'nein fiat a qodyxotv òovxwr zov A yninv ITs/.àyov, in Byzantinische 7-eitschrift, vol. XIII, Leipzig, 1914.