554 I MONUMENTI VENETI DELL’lSOLA DI CRETA t- e nieeoAcoporTorAricj ApxienicK^KAn iaioy TOT H€ P I B a'A N ©rnATOreYTY X COCA N6 NetOQH KOr. ..0T0lXOcY(J)A!An TTIOJ NOCTOTAAMrp S\ NASB+ m? oyt oYAn&APxie-nic£ kaihAioy rBAiANQY-nATOY 6.YTY x C0CAN6l^e.OD ©H V- OCOtOl^OC ¥*'<&&* A-rr-TTlCONOCTOYAAHPnrAA 3 4* Oeoòwqov tov ayianarov ÙQ/ismaxonov xal ' Hliov rov neQifihénrov àvOvndrov evtvx&S àvevewOr) ovroq (?) 6 rol/oq, vnarplaq (PXafiiov 5Annlaìvog rov ?MfinQoràrov, Ivòixnmvoq B’. Invece di xal ' IIMo il Tournefort lesse xal (abbreviato) ’Andiov (oppure ’A. IIMov), il nome del proconsole. Il Corpus ha invece ’A(re)diov. Il nome del console, che il Tournefort aveva erroneamente letto AIIITIONOC è stato riportato alla esatta lezione dal Montfaucon; Appione fu console nel 539. L’ultima frase dell’epigrafe, decifrata dal Tournefort come INA - . B, cioè IvXovarqiov B’ (vale a dire nel secondo anno dopo il suo consolato), fu invece letta già dal Corpus come ìvóixrubvoc B. E di fatti il 539 corrisponde coll’indizione II. 33. Ibidem. Piccola stele di marmo bianco, proveniente pure dai dintorni del Pythion. Sopra l’un lato si legge, al solito: "Ayioq 6 Oeóq. Sopra l’altro: "Ayie Nixókae flor)0r)csov rm rovru> xal narra.......... Il Prof. Halbherr (1), cui dobbiamo la trascrizione, osserva come il vocabolo Xmqìov stia a dimostrare che la vecchia città di Gortyna era già totalmente rovinata e ad essa si era già sostituito un villaggio. Per questo può darsi che l’iscrizione vada assegnata al secondo periodo bizantino. (*) F. Halbherr, Greek christian inscriptions cit.