14 I MONUMENTI VENETI DELL’lSOLA DI CRETA * * * Finalmente anche nella regione più bassa di Candia si ricorda una fontana del Molo, eretta nel 1588 (1), e rinsanguata più tardi, come si vide, dagli scoli delle fontane della soprastante città. In origine è a credersi fosse semplicemente alimentata da una di quelle polle di acque come quella che da Giangiacomo Zane fu poi immessa — come vedremo — nella vasta cisterna agli arsenali novissimi. Anche oggigiorno dal pozzo di casa Kalokjerinòs scorre una vena d’acqua ad una piccola fontana scavata nella parete interna più recessa della prima campata degli arsenali vecchi: donde passa al mare. Un vero acquedotto, dunque, proveniente dal Cazambà e lungo qualche miglio, destinato alla fontana di S. Salvatore (e poi a quelle della Loggia e del Molo); due brevi condutture, partenti dalla periferia urbana, da presso alle mura, l’una ad occidente, riservata — a quanto pare — alla fontana della Strada Larga e poi a quella Nuova, ed una a mezzogiorno, per la fontana degli Orti e per altre sottostanti (usufruita poi anche per la fontana di S. Salvatore); e finalmente qualche sorgiva nelPinterno della città, presso al porto, per la fontana del Molo. * * * Con tutto ciò il problema degli acquedotti di Candia non poteva davvero considerarsi come risolto. E Francesco Morosini, che, durante il suo capitaneato aveva dovuto escogitare — lo si è detto — dei rimedi per mantenere quegli scarsi fili d’acqua, ritornato a Creta come provveditore generale, ebbe a sperimentare gli effetti di una forte siccità, che ancor una volta valse a prosciugare le fontane di S. Salvatore e della Strada Larga. E come, puliti i canali di entrambe ed accresciuta la portata della seconda, il riparo si palesò di per sè insufficente, con nuovo ardore e con inflessibile tenacia si fece a studiare un definitivo provvedimento, il quale avesse durevolmente assicurato alla città il suo acquedotto una volta per sempre (2). E Creta riconoscente gli decretò ad onore una medaglia che porta da un lato la sua effigie, dall’altro la nuova fontana di piazza da lui eretta (3). Giorgio Corner, il già ricordato dilettante di architettura e di ingegneria, partì alla volta del monte di Giove, insieme col proto dei muratori e con altri intendenti, alle prime sorgive di quello stesso fiume Ka^abanòs che alla sua foce aveva fornito il primo contingente di acqua alla capitale. E riconobbe a Caridachi una vena (') V. B. M.: ltal. XI, 6, a., fol. 20*. figura di Giove col motto Gaudet flumine non fulmine si ri- (:) V. A. S : Dispacci da Candia, 23 ottobre 1626. ferisce alle origini dell’acquedotto dal Ghjùkjas, il monte (3) Cfr. F. Cornelius, Creta cit., voi. II, pag. 439. La di Giove. - Cfr. fig. 20.