550 I MONUMENTI VENETI DELL’lSOLA DI CRETA 25. Ibidem. Lastra marmorea recante sopra uno dei lati minori, a grandi lettere: r. EMI Z N che neppure lo Xanthudidis ha creduto di poter decifrare (1). 26. Ibidem. Frammento di pluteo lavorato, sulle cui cornici è rimasto l’inizio di una epigrafe (da unirsi poi col n. 34 ?) : Eni C Y N E C I O Y L’Orlandos, nel pubblicare l’interessante cimelio, pensa che quel Synesios fosse un vescovo di Gortyna (2). 27. Ibidem. Lastra marmorea frammentaria di cm. 37X36. Epigrafe a lettere di cm. 3I|2 e meno. (Koifirj )TfjQi(ov tov òovjXov rov (Geov......... àv)enava(axo o x)fjv fj,axa(QÌav /xvrj/xrjv) ....(fi) T /' ìvòixxicàvog I A1, f]( fiÉQq...... La data pare non si possa completare se non come si è qui proposto, quantunque l’anno 6310 (=801-802) corrisponda alla indizione X anziché alla XI. Di questa opinione era già lo Xanthudidis (3). 28. Ibidem. Ma, mentre le epigrafi 22-27 provengono da S. Tito, le seguenti pare fossero piuttosto in rapporto cogli altri templi ed edifici della città (4). Frammenti di cornice rinvenuti nel piccolo ninfeo romano riadattato a cisterna e fontana pubblica nell’età bizantina. I sedici frammenti corrispondono ad una lunghezza complessiva di m. 9,31; ma dell’epigrafe non si riesce a rilevare con sicurezza il significato. 0 Ibidem, pag. 126. pag. 126. (2) 5A. N. * OqIclvòos, NeojxEQai sqsvvcu cit., pag. 320. (4) Cfr. voi. II, pag. 39. (3) ’A. Savd’ovòidrjs, XgioTiavixal èmygayal cit.,