E. Porti. i. CANDIA. Quanto più la città di Candia cresceva in popolazione ed aumentava in superficie, quanto meglio la capitale del Regno prosperava per il traffico ed assumeva importanza per la difesa militare delPisola, quanto maggiormente in fine i nuovi e più vasti navili costruiti negli arsenali della Dominante esigevano vastità e sicurezza di ricetto, tanto più doveva necessariamente farsi sentire Pinsufficenza del porto di Candia, che da natura non aveva sortito alcuno dei vantaggi che pur offrivano altre insenature delle coste cretesi e che dall’opera dell’uomo non poteva bastantemente essere compensato di tali deficenze. Che la Repubblica si preoccupasse quindi fin da principio delle sorti di quel porto con altrettanta cura quanta essa spiegò nel munire la capitale delle poderose sue fortificazioni, è cosa che si spiega da sè; ma agevole riesce l’indovinare come il risultato non ne fosse del pari soddisfacente. A parte l’inevitabile insuccesso dei lavori dovuto alla inabile applicazione in mare aperto di sistemi adatti soltanto alle lagune; a parte la naturale repugnanza dei magistrati cretesi ad impiegare tempo, forze e denaro in costruzioni destinate a rimanere nascoste sott’acqua; ed a parte la conseguente facilità con cui le fabbriche venivano troppo spesso sospese, causandosi la rovina delle opere compiute ed ostacolandosi la ripresa dei nuovi lavori ; la causa precipua per cui tante fatiche non furono mai coronate da duraturo successo devesi ricercare appunto nel fatto che nei primi tempi, quando minori erano i bisogni e più limitata la visione del futuro, si credette poter realmente rimediare coll’artificio alle deficenze della natura; e che più tardi, quando l’inanità di tali sforzi apparve evidente anche ai più illusi, nessuno ebbe il coraggio di attuare