CONDUTTURE E SERBATOI 23 conduce l’acqua fino a tale villaggio; e prosegue poscia sulla sinistra del torrente Ka^abanòs, sempre al piano stradale. Alla località Paradhisi, o meglio sta Gramata, ove è tuttora appunto una delle epigrafi di Francesco Morosini, si unisce all’acquedotto una seconda vena, che, secondo l’iscrizione stessa, corrisponde a quella veneziana detta di Velekjiti: segno evidente che soltanto qui ha inizio l’acquedotto veneziano, e che quella più lontana sorgiva di Asòmato è una aggiunta di epoca posteriore, non sappiamo precisamente di quando. Dopo l’epigrafe, non una, ma due nuove sorgenti confluiscono nell’acquedotto: FIG. 9 - CANDIA - GLI ARCONI DELL’ACQUEDOTTO NELLA PIAZZA DELLE * TRIS KAMÀRES. la prima poco sotto alla località Skalùnja o Skalondkja; e la seconda alla Ru'sa Eklzsà: sono le fonti venete di S. Giovanni e di S. Giorgio. E veniamo finalmente a Karidhakji. 11 piccolo gruppo di case abbandonate è al di là del torrente; la copiosa vena d’acqua è raccolta quivi presso la chiesa superiore; cala fino al superbo ponte; e, per mezzo di un sifone, si rialza a ricongiungersi al condotto principale sull’opposta riva. Il viadotto, a due ordini di audaci arcate — una nel piano inferiore e tre nel superiore — mostra ancora un leone in soldo ed una epigrafe commemorativa sull’alto del lato di settentrione (1). L’acquedotto prosegue poscia, quasi sempre a fior di terra, verso Candia, attraversando due nuovi ponti ad unica luce, l’uno sotto Silamos, l’altro prima di Forté-^a: (*) Vedi tav. i. — Collez. fotogr., n. 696. 4