28G I MONUMENTI VENETI DELL’iSOLA DI CRETA Quell’aquila è l’impresa dell’impero bizantino. Ed essa bene si attaglia quindi, per le vantate sue origini, alla famiglia dei Calergi ; sì da potersi con certa verosimiglianza aggiudicare a tale famiglia i nostri stemmi 330, 374, 325, 273, 399 e 148 (ma probabilmente non il 464), quantunque arma analoga portassero pure i Contarmi ed i Pasqualigo. Siccome poi quello stemma 374 è molto simile per l’esecuzione al n. 366, nel quale l’aquila manca di qualsiasi scudetto sul petto, viene spontaneo di attribuire ai Calergi anche le altre aquile bizantine prive di scudetto, quali i n. 262 e 365. D’altra parte è bensì vero che fra gli stemmi a semplici bande (senza cioè l’aquila) qui registrati, soltanto il n. 260 appartiene sicuramente ai Calergi, ma non di meno abbiamo creduto di assegnare anche gli altri stemmi alla stessa famiglia, sia pure dubitativamente, in vista della grande potenza e diffusione di quella prosapia, che è certamente la più famosa tra le cretesi e la più cara all’elemento indigeno. Di modo che, se pure lo stemma bandato si trova frequentemente in altre famiglie di Venezia (Badoèr, Contarini, Diedo, Donà, Emo, Ferro, Minotto, Manolesso, Navagèr, Orio, Pasqualigo, Zen, ecc.) e di fuori, è molto verosimile, specialmente per i casi più antichi e per gli stemmi della campagna, che le nostre armi appartengano realmente tutte quante alla schiatta dei Calergi. Canal. Di ......, allo scaglione di ...... 139. — Cfr. pure Ignoto 57. Capello. Troncato di [argento] e di [azzurro], al cappello dell’uno nell’altro. iji. 152. 402. Mentre l’identificazione è indiscutibile per i primi due numeri, non altrettanto può ripetersi del terzo, la cui figurazione non è ben rilevabile sull’originale. Cartofilaca. Di......, alla piramide (?) di ......fiancheggiata da due braccia umane di......piegate al gomito ed accompagnata in capo da una stella di (0 267. Cavalli. Di [rosso] al cavallo inalberato di [argento], alla fascia attraversante di [azzurro], caricata di tre stelle di [argento]. 96. 0) Analoga figurazione si trova in un vecchio codice ¿axt, To oìxóotjfiov jov XaQxocpvXaxog y.ai >j fiori] trjg di quel convento della Khrisopighjì rinnovato nel 1843, XQvaonvyrjq, in <1 Aflxior zov XQr]zixov cpiXohoyixov Ivi-colla differenza che le stelle quivi sono tre (le ultime due Uyov », Xanà, 1927, e N. I. IlanaSàxi, 'Eni tiji [isXhrjg un po più basse), lo stemma vi e assegnato a Giovanni ntQi oìxooìjfiov zov XaQrorpvXaxog, in << Ilaodnyjfxóv », Cartofilaca. I colori non sono araldici. (Cfr. N. I. llana- H'.aria, 2, 3, 4, 5 febbraio 1928).