38 SUI CAMTI VI 'BATTAGLIA 38 preoccuparsi dei collegamenti coi reparti laterali e senza arrestarsi davanti ai posti fortificati isolati, che sarebbero stati assaliti dai reparti di assalto susseguenti alle prime ondate. Le nostre fanterie adottarono infatti tale procedimento con pieno successo durante la battaglia deH’ottobre. La nostra sistemazione difensiva sul Montello e sul Piave, inizialmente sommaria ed inorganica a causa degli avvenimenti narrati, si era completata durante l’inverno e la primavera, raggiungendo un’organizzazione assai complessa ed omogenea, e presentando insieme carattere di leggerezza e di elasticità. Essa era a linee continue, che però le truppe occupavano a tratti, con gli elementi scaglionati in profondità; nella zona interposta tra le linee erano stati creati vasti e ben dissimulati raggruppamenti di mitragliatrici con azione fiancheggiante. Numerosi capisaldi, collegati a scacchiera, saldavano i vari elementi in modo da costituire un dedalo di compartimenti stagni. Il sistema difensivo predetto abbracciava tutta la regione compresa tra il Piave, il torrente Zero, affluente del Sile ed il torrente Musone; donde un tracciato ad angolo quasi retto col vertice in corrispondenza del Montello, ove formava saliente; la profondità oscillava tra 12 e 20 km. È evidente, dato il tracciato, come il Montello costituisse la cerniera, il punto più delicato ed importante di tutto il sistema; per cui la caduta di esso avrebbe determinato quella dell’intero fronte difensivo. Il nucleo centrale era costituito dal campo trincerato di Treviso — tre linee intorno ed a nord della città — portato a compimento sino dal 1917. Il gruppo del Montello - Cornuda era costituito da quattro linee: una marginale, lungo la sponda destra, ad elementi isolati che incrociavano i tiri sul letto del fiume; una, detta « della corda » sottendeva la cuspide orientale del rilievo, collegandosi alla precedente da una parte a Nervesa e dall’altra a C. Serena, passando per Co-lesel della Zotta e Colesel delle Zorle; una terza linea, partendo dall’Abbazia di Nervesa, saliva sulla cresta e, seguendola in gran par-