F Arsenali. i. — CANDIA. Degli arsenali di Candía ricorre menzione nei documenti prima ancora che non del porto. Che se una tale circostanza è certo dovuta alla pura combinazione che siano andate smarrite le memorie più antiche riguardanti il porto stesso; e se anzi la funzione medesima degli arsenali presuppone naturalmente la preesistenza di un porto, è certo che di somma importanza doveva considerarsi per la Repubblica veneta la costruzione di simili cantieri nelle varie terre dei possedimenti d’Oltremare. Scopo precipuo infatti degli arsenali veneti d’Oriente era quello di consentire il proseguimento delle fazioni navali sino all’inizio della cattiva stagione, di favorire il ricetto ed il risarcimento delle navi durante l’inverno e di renderne possibile l’immediata ricomparsa in mare al ritorno della buona stagione, quando importava più che mai o assumere l’iniziativa delle ostilità o essere in grado di opporsi fulmineamente alle sorprese dei nemici, senza attendere il tardo arrivo della flotta di Venezia. Così è che l’8 agosto ed il 2 dicembre 1281 spicca vasi ordine ai magistrati cretesi di prendere a prestito 1500 perperi, da destinarsi esclusivamente — insieme ad altri proventi — alla costruzione di un arsenale a Candia, « ita quod navilium in eo possit stare sub cooperto » (1). E le campate dovettero sorgere di fatti fin da allora sulla spiaggia meridionale del porto, di fronte alla imboccatura di questo: giacché consta che nel terremoto del 1303 l’arsenale rovinò fino a terra (2), e si dovette quindi « penitus aptari » (3). Quante in origine esse fossero precisamente non è detto; è perciò neppure possiamo controllare se venissero quindi costruiti i due nuovi volti ordinati con deliberazione del Senato del 9 febbraio 1362 (4). (*) G. Scaffini, Cento anni cit., app., pag. 55. (2) V. M. C.: Mise. Correr, 270}. (3) V. A. S.: Magnas, 73. («) V. A. S.: Senato Misti, XXX, 55.