LE ISCRIZIONI GRECHE 407 Magno, probabilmente un monaco : ottimo in quella congrega, Cristo lo aveva ricevuto nella accolta dei beati; ma chi gli aveva dischiuse le porte del cielo, era la venerazione da lui professata per la Vergine Maria. Secondo l’opinione del prof. Smith cogli ultimi versi si alluderebbe alla risurrezione (àva-toXirj), capace di trasformare la spoglia mortale in radiosa forma celeste. 2. Iscrizione rozzamente incisa sopra un frammento di marmo antico: cm. 37 X 31X2; lettere di cm. 2-1. Eocpòv àvòoa xal Xqiotov yiXov yér] rjÒE xaXvnTi OeÓxt.csxov , ngEafivreQov ovtu, TtàvTcov fivarrjv xal àsifiovXov. Xàoiv aoi, Xqiaré, eyw, uri ¡uè ÈQvaat. Che il Teottisto qui sepolto fosse sacerdote, lo si deduce sia dalla parola 77%, che (piuttosto che unirsi alle seguenti, ngoóvta nàvrwv) pare da risolversi in TtQEafivrEoov; sia dal vocabolo fivorrjv, equivalente a fivaraycoyóv. Mentre nella prima parte dell’epigrafe si narra come quella tomba accolga le spoglie di Teottisto, nel finale è lo stesso morto che si rivolge al Signore : « Grazie devo a te, o Cristo, perchè mi salvasti ». 40 /