118 I MONUMENTI VENETI DELl/lSOLA DI CRETA Fra il molo maggiore e la fortezza, un muro lungo la spiaggia settentrionale del mare, protegge quella parte della città dall’impeto delle onde. 4. — APPRODI VARI In materia di porti e di approdi i documenti cretesi abbondano più che mai. E, data l’importanza speciale dell’isola come stazione intermedia di rifugio e di rifornimento per i viaggi d’Oriente, la cosa si spiega di per sè. Si può dire che non vi sia scrittura, non descrizione o relazione qualunque riguardante il Regno, nella quale un buon capitolo non sia dedicato alle spiaggie ed alle insenature naturali capaci di offrire un più o meno sicuro ricetto e rifornimento alle navi, un più o meno opportuno mezzo di sbarco sì alle carovane venete come alle flotte nemiche, un più o meno comodo scalo per il traffico in genere. Non ci addentreremo nell’argomento, che esorbita dai limiti imposti al nostro lavoro. Ma ci soffermeremo tuttavia ad accennare quanti lavori furono eseguiti o proposti durante il veneto dominio per migliorare le condizioni fisiche di taluni di quei porti ed approdi, sui quali la Serenissima converse in modo particolare la propria attenzione. Grabusa. — Iniziatisi i lavori per la nuova fortezza di Grabusa, il provveditore Alvise Grimani pose gli occhi anche sul porto a mezzogiorno dell’isolotto. E, credendo riconoscerlo assai più buono di quanto in realtà fosse, e supponendo di poterlo con tutta facilità adattare al bisogno, iniziò senz’altro i lavori con altrettanta leggerezza, quanta ostinata tenacia spiegò poscia nel continuarli ad onta di tutto e di tutti. Un suo dispaccio del 16 marzo 1584 annuncia così l’intenzione di affondare due vecchi navili, per congiungere con una porporella al di sopra delle secche, i vari scogli che avrebbero costituito la difesa dal lato del mare, aperto verso occidente, sino alla bocca del porto, situata fra l’isolotto ed il minuscolo promontorio di Tighdni (I). Sopra una strada appositamente costruita, con carretti capaci di sassi del peso di 3-4 miara, il lavoro procedette alacremente: in una sola settimana, coll’aiuto di 50 galeotti e di sei spezzamonti, e colla spesa di 140 ducati, la colmata — larga 4 passi — era proceduta di 42 passi. Ma bisognava seguitare più avanti; ed il Grimani avrebbe voluto cedere la direzione dei lavori al capitano della guardia Bertuccio Contarini (2). Nel luglio dell’anno stesso le fondazioni del molo avevano raggiunto la lunghezza di 75 passi e la larghezza di 20; ma ne mancavano altri 50® ; ed il provveditore, (*) V. A. S.: Dispacci da Candia, 16 marzo c 28 a- (*) Ibidem, 25 maggio J584. prile 1584. (*) Ibidem, 6 luglio 1584.