82 I MONUMENTI VENETI DELL’lSOLA DI CRETA Di quei ruolini non mancò di occuparsi il governo veneto. Essi costituivano di fatti, collocati entro la città e le fortezze, un edifìcio di altrettanta importanza — in caso di assedio — quali potevano essere i pozzi e le cisterne. Così, a mo’ d’esempio, il duca Giovanni Da Ponte nel 1639 proponeva di demolire alcuni molini esterni alle mura di Candia, che servivano al contrabbando, per rie- FIG. 58 - RETIMO (DINTORNI) - MOLINO VENEZIANO. dificarli, con migliore congegno, entro al recinto (1); così, trattandosi dei lavori più pressanti da eseguirsi alla capitale di fronte alla minaccia turca, nel 1642 fu discussa anche la costruzione dei molini per la macina delle farine — ma parve che quell’opera non rivestisse allora sufficente carattere di urgenza (2). E a Canea fin dal 1589 il rettore Malipiero aveva gettato l’allarme per la mancanza di molini(3); ed alla sua voce aveva fatto eco quella del capitano Giangiacomo Zane nel 1598 (4). Ma a Suda e a Spinalonga e a Grabusa, il problema fu risolto fin da bel principio ed esaurientemente. (}) V. A. S.: Relazioni, LXXXI: sua relazione. (3) Ibidem, 19 ottobre 1589. (2) V. A. S.: Dispacci da Candia, 13 maggio 1642. (4) V. B. M.: Ital., VII, 214, f.