CONDUTTURE E SERBATOI 25 ed avere accennato che l’unica provvista di acque derivava dal pozzo di Cazambà, insisteva sull’estremo pericolo di un tale stato di cose nell’eventualità di una guerra, quando il nemico, impadronitosi di quella località, avrebbe potuto colla massima agevolezza assetare la capitale. Imponeva quindi di urgenza — poiché la minaccia turca pareva imminente — di costruire «cum omni celeri tate... tres cisternas magnas et capaces », da riempirsi sia colle acque piovane, sia con quelle portate da fuori; e di imporre ai privati, che troppo comodamente attingevano all’acqua del Cazambà, di restaurare invece nel termine di quindici giorni e riempire di acqua tutte le cisterne di loro proprietà : « et si non fecerint, instaurari debeant per ipsum regimen sumptibus eorum quorum sunt » (l). MVRAGLIA . DELLA . CITTA . V F, C C H 1 A . — .3 .. FIG. II - PROGETTO PER LE CISTERNE DI S. ZORZI — 1600 (XV, a). Analoghi provvedimenti furono moltiplicati nel secolo XVI, allorquando la comodità delle nuove fontane di acqua corrente poteva far dimenticare alla cittadinanza la convenienza di mantenere la fortezza costantemente provvista di un numero tale di cisterne da poter da sole sopperire alla meglio a tutti i bisogni così della guarnigione come degli abitanti, anche in caso di assedio. Così sappiamo di un restauro ai pozzi di Candia dovuto al provveditore Giovanni Mocenigo (2); così nel 1589 Giambattista Dal Monte raccomandava la costruzione di cisterne e consigliava di obbligale i nobili ed i cittadini a costruirsene una ciascuno nelle proprie case <3); così poco dopo Alvise Grimani avvertiva di avere risarcito il cisternone presso al molo (4); e nel 1591 il Senato spediva nel Regno un « maestro porger pratico et intelligente » e riceveva richiesta di pietre cotte da Treviso per la fabbrica (1) H. Noiret, Documents cit., pag. 535. (2) V. A. S.: Relazioni, LXXIX: sua relazione. 0 V. B. M.: Hai, VII, 1525. (*) V. A. S. : Dispacci da Candia, 6 febbraio 1590.