EMENDAZIONI ED AGGIUNTE 611 Nicola Mastracà della epigrafe 48 di Seiino; Gioacchino (già confuso col Pagonieno) della iscrizione 21 di Seiino; e Teodoro e Michele Venier della iscrizione 20 del piano di Canea. Quanto a Corico, si veda voi. IV, pag. 431. Pag. 309. - Il pittore si chiama Pelegri (e non Pelergi) e la data sua è il 1467. Per il Focà l’anno è il 144; (e non 1446). Pag. 310, nota 3. - Sul Clonza si veda pure: 27. AàfXTiQog, '0 Magxiavàg kò>òi.£ tov Korjxòg rewgyiov KAóvrCa, in Néog 'EA-Ar¡vo¡xvr¡na>v, anno XII, ’A0r¡vr¡oiv, 1915; 27. Aà^ngog, 'O rechgyiog KAóvr^ag xaì r¡ ovyygaeprj tov YlavAov ’lofiiov, ibidem. Pag. 311. - Viviano Segari, Nicolò Borin e altri pittori che lavoravano nel secolo XVII alla Canea sono ricordati in U. Mannucci, Contributi cit., pag. 105, 108 e no. Pag. 312.-La bibliografia del Greco esigerebbe ormai un intero volume. Ricordiamo gli scritti più recenti in rapporto alle sue origini cretesi: J. F. Willumsen, La première jeunesse du peintre el Greco, Paris, 1927; B. Byron, Greco: thè epilogue to bj^antine culture, in « The Burlington Magazine », voi. LV, London, 1929; Ph. Schweinfurth, Greco und die italo kretische Schule, in « Byzantinische Zeitschrift », volume XXX, Leipzig, 1930; Il Greco a Venezia, in « L’Arte », serieII, voi. III, fase. 1, Torino, 1932. Pag. 313. - Le note 1 e 2 vanno spostate reciprocamente. Sui pittori Zane conviene vedere G. B. Cervellini, Marino, Emanuele e Costantino Zane cit. ; G. Jacopi, Anecdota Patmiaca, in « Bollettino d’arte», anno X, fase. 3, Milano, 1930; G. Ge-rola, in « Archivio Veneto », serie V, voi. VIII, Venezia, 1930. Di Emanuele Zane c’era una Madonna anche nella raccolta Lichacev a Leningrado. Quanto alla operosità di pittori cretesi dell’epoca tarda nelle Cicladi, si consulti G. Ge-rola, Serfino, in « Annuario della R. Scuola archeologica di Atene », voi. Ili, Bergamo, 1921, pag. 232 segg.; G. Gerola, Zia, ibidem, voi. IV-V, pag. 218 segg.; G. Gerola, Fermenta, ibidem, voi. VI-VII, pag. 71 segg. Aggiungiamo in fine due parole sul significato che gli scrittori di arte bizantina sogliono dare alla espressione « scuola pittorica cretese ». Sebbene in realtà non tutti convengano in quel significato ed anzi si riscontri una notevolissima incertezza e varietà di opinioni in proposito, è certo ad ogni modo che la scuola pittorica cretese viene ad assumere presso i bizantinologi un valore ben più vasto di qello accennato fin qui. Citiamo come riassuntiva la teoria di Ch. Diehl, Manuel d'art by^antin, Paris, 1926, voi. II. In contrapposto alla scuola macedone, di tipo antiquato, di fattura sommaria e di indole decorativa, si era venuta manifestando una nuova corrente pittorica, di concezione più sapiente e raffinata e di tecnica più finita e minuziosa, che, preannunciata dagli affreschi di Mistrà del secolo XIV, fiori nel quattrocento nelle terre della Slavia e trionfò nel secolo seguente al monte Athos, propagandosi poi anche ai secoli avvenire. Tale movimento suole attribuirsi agli artisti cretesi ed all’influenza esercitata, in rapporto alle condizioni politiche dell’isola, dall’arte italiana; e ne viene addotta come prova l’operosità svolta da Teofane da Creta, dal figlio suo Simone, da Zorzi e da altri artisti cretesi nei conventi del Monte Athos e della Tessaglia dal 1535 al 1573: mentre lo stesso mu-nuale pittorico del Monte Athos considera in un capitolo a parte la maniera pittorica cretese. La teoria ha certo bisogno di ulteriore dimostrazione, non bastando quei soli pochi nomi a generalizzare il fenomeno, in aperta contraddizione col fatto che, quando fioriscono quei frescanti di origine cretese al Monte Athos, l’arte dell’affresco era già cessata da qualche decennio a Creta. Il quesito va approfondito in ogni sua parte, ma sopra tutto raffrontando direttamente i prodotti dell’arte pittorica cretese dei singoli secoli, colle opere d’arte dei più lontani paesi che oggi si vorrebbero aggiudicare alla scuola cretese. Ma il problema non ha ulteriore interesse per noi, non soltanto perchè esula dall’arte veneta, ma perchè si riferisce ad attività artistica prodotta al di fuori del Regno. Pag. 328. - Moscanna (e non Monanna). Pag' 3 37- ~ Per gli affreschi di Asòmaton cfr. voi. IV, pag. 497.