io4 SUI CAMTI VI 'BATTAGLIA 104 Salettuol ricorda al visitatore esempi di grande eroismo. Tra gli altri: quello dell’aiutante di battaglia Lino Segato, del 2550 Fanteria, da Quinto di Vicenza che — rimastogli ucciso vicino il proprio ufficiale — assume il comando di un gruppo d’arditi e compie con essi prodigiosi atti di valore: ferito, continua ad aggredire il nemico, ad inseguirlo a colpi di bombe a mano. Il soldato Cosimo Crapinio, dello stesso Reggimento, da Secondigliano di Napoli, riconquistato l’argine di Salettuol, si slancia nel fiume, sfi-da la corrente e le raffiche di mitraglia, guida altri ardimentosi sul greto, e fa prigionieri un gruppo di Austriaci e due ufficiali che tentano di ritirarsi. glia del giugno. Gli avamposti austriaci giunsero sino a Casa Trevi-siol al disotto dell’Argine S. Marco. La resistenza dei nostri fu ostinata, favorita dagli infiniti ostacoli che la vegetazione, gli argini e i fossi offrono nella zona contigua al fiume e presso gli argini S. Marco. La tenacia e l’impeto delle nostre fanterie, nei contrattacchi, appoggiati efficacemente dall’artiglieria di tutti i calibri, respinsero il nemico che baldanzoso aveva messo a ferro e fuoco quan. to la sua artiglieria aveva risparmiato. Il Comando Supremo, nella sua Relazione ufficiale, così descrive la travolgente nostra controffensiva: « Al primo momento di incertezza e di sconcerto successe l’ar-« dimento dei nostri : le truppe della 31* Divisione reagirono con « immediato, vigoroso contrattacco fra Salettuol e Candelù; la Bri-« gata Veneto, attanagliata la colonna nemica entrata in Salettuol, « la gettò in parte: nel fiume, con l’aiuto del fuoco preciso delle « batterie di ogni calibro; serrò il rimanente nella morsa d’un dop-« pio velocissimo aggiramento catturando 900 prigionieri. Verso « Candelù, il nemico, che, approfittando degli appigli del terreno, « era riuscito ad insinuarsi oltre le linee avanzate, fu assalito dalla « Brigata Caserta; questa aggrappandosi ai due capisaldi di Can-« delù e di Casa Pastori, oppose una barriera d’acciaio alle forze « nemiche che per sette giorni, flagellate dal tiro incessante delle « nostre artiglierie, falciate dalle raffiche continue delle mitraglia-