CONDUTTURE E SERBATOI 39 veditor generale Giovanni Mocenigo (1); e poi di nuovo nel 1595 il rettore di Canea Benetto Dolfin (2). E poi — a quanto pare — più nulla. Attualmente poi non ne rimane quasi più niente (3). 5. — ALTRE LOCALITÀ. Di molti altri serbatoi e pozzi fu già tenuta parola per l’addietro, quando si trattò dei vari fortilizi cretesi, vuoi delPepoca bizantina, come di quella veneziana. E fu accennato del pari alle cisterne cui toccò in sorte di venire poi tramutate in chiese (4). Ma altri manufatti consimili di varia epoca si trovano ancora dispersi per i villaggi e le campagne dell’isola: senza tuttavia che nessuno di essi meriti una più speciale menzione (5). Sono tipici per la campagna cretese — come del resto per altri paesi del mezzogiorno — i pozzi delle ortaglie, quali figurano disegnati di frequente nei vecchi albums veneziani: un semplice pozzo a bocca circolare, da cui l’acqua viene attinta mediante un sistema di leva costituito da un palo imperniato, cui fa da contrappeso un semplice sasso. (') V. A. S. : Relulioni, LXXIX : sua relazione del 1589. (2) V. A. S.: Dispacci da Canàio, 30 settembre 1595. (s) Cfr. voi. I, pag. 640. (4) Cfr. voi. II, pag. 176. — Vedasi pure nei dintorni di Candia, a mezzogiorno della città, al ponte di Kjeraljà altra cisterna con resti di affreschi, che dovette pure servire di chiesa. (5) Possiamo tuttavia rammentare la quindicina di pozzi situati presso la chiesa di S. Giorgio nei dintorni di Ga- valokhòri (Bicorna); ed il pozzo miracoloso tuttora esistente — restaurato — alla Madonna di Thrapsanò (Pe-diada), del quale Agapio Landò, in un’opera pubblicata la prima volta nel 1641, narrava che chiunque vi cadeva dentro era per intervento miracoloso della Vergine subito gettato fuori dalle acque stesse, come poteva testimoniare lo stesso signor ed el luogo Andrea Corner: AI'AIIIOY MONA-XOY TOY KPHTOH, Ih¡i).lov tboaunaior xaXovfitvov 'AuaoTOj/.wv ocomoia, ’Atirjvaie, 1908, pag. 478). 6